#Step25 ultra, “DIALOGUS DE L’INFINITO”
Leonardo.
Che guardi?
Stella.
Vieni, siedi con me.
Leonardo.
Cosa c’è? Non noto niente di particolare.
Stella.
Non fermarti all’apparenza ma prova ad andare oltre…descrivimi cosa vedi.
Leonardo.
Noto una città in lontananza e il fumo di quella fabbrica, il volo delle rondini,
il verde dei campi e il mare sullo sfondo.
Stella.
Ecco, come pensavo ti sei fermato all’apparenza.
Leonardo.
Non capisco scusa, tu hai degli occhi diversi che magari vedi qualche creatura
leggendaria?
Stella.
No, no, nessun mostro!
Leonardo.
E allora cosa?
Stella.
Allora una città troppo grande per l’uomo che vive in essa e magari tra le
infinite possibilità lavora anche in quella fabbrica, allora la libertà delle
rondini, allora l’immenso della natura che si spalanca tutt’intorno, e ancora…il
mare che traccia la linea dell’orizzonte.
Leonardo.
E io che ho detto prima?
Stella.
Ti sei fermato a una descrizione che ha il sapore di qualcosa già vista, bella
per una frase da cartolina magari, ma che non penetra nel profondo.
Leonardo.
Lo abbiamo sempre saputo, la tua filosofia è meglio delle mie povere parole.
Stella.
Non c’entrano parole strane, c’entrano i sentimenti, che per quanto le prime si
sforzino ne forniscono solo una descrizione parziale. Ora ascoltami.
Leonardo.
Sono tutto orecchie.
Stella.
Prova ad immergerti nel tutto, osserva l’immensità e ti si spalancheranno le
porte dell’infinito.
Leonardo.
Continuo a vedere le stesse cose di prima.
Stella.
Non hai capito allora. Il problema non è ciò che vedi, il problema è in ciò che
non vedi.
Leonardo.
Di sicuro, se provo a chiudere gli occhi non vedrò niente.
Stella.
Va bene anche così, chiudi gli occhi, solo che a differenza di vedere il tutto
finirai per osservare il nulla.
Leonardo.
Il tuo ragionamento non fa una piega, ma adesso stai cominciando a diventare un
pochino inquietante.
Stella.
Perfetto, sei entrato nel giusto spirito! Sai per caso come lo chiamavano
questo sentimento i romantici?
Leonardo.
Suppongo amore o cose sdolcinate del genere.
Stella.
Ma non c’entra niente l’amore! Il sublime è tensione continua all’infinito, ciò
che ha mosso il pennello di grandi artisti come Friedrich e la penna di
altrettanto grandi scrittori come Leopardi.
Leonardo.
A me, invece, non ha ispirato molto questo sublime, dato che non ho ancora
capito di cosa stiamo parlando!
Stella.
Ti sbagli e lo hai detto prima: l’inquietudine e la meraviglia allo stesso
tempo. Immagina allora di preparare un cocktail miscelando questi due
ingredienti ed ecco venire fuori la sensazione che prova l’uomo dinanzi un
principio assoluto come l’infinito.
Leonardo.
Mi piace molto questo paragone che hai appena adotto, adesso penso di aver
veramente capito cosa volevi intendere.
Stella.
Sentiamo, spara pure.
Leonardo.
Osserva l’imbrunire. Si vedono già le prime stelle brillare in cielo e chissà
quanto lontano sono queste, in quale parte sperduta dell’infinità dell’universo.
Se solo provo ad immaginarla tutta quest’infinità mi batte forte il cuore e
comincio a tremare.
Stella.
Mi sa che questa volta il filoso e romantico sei diventato tu.
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