step#01bis L'universalità del termine nelle diverse lingue del mondo

È incredibile osservare come, andando a curiosare nelle varie lingue del mondo, la maggior parte di queste conserva un' etimologia del termine infinito che presenta la stessa radice del corrispettivo latino (non finito), ovviamente influenzata dalla storia del paese in cui essa è nata.

🇮🇹 INFINITO
Nella cultura italiana, il termine fa le sue prime apparizioni in ambito teologale con Sant'Agostino ed altri esponenti ecclesiastici come Papa Innocenzo 3° per poi passare tra le braccia del pensiero di molti filosofi come Giordano Bruno e scivolare in senso tecnico tra importanti scienziati del calibro di Leonardo da Vinci e Galileo Galilei; e finalmente arrivare in ambito poetico.
Senza alcun dubbio, Giacomo Leopardi può essere considerato il poeta dell'infinito, colui che, tralasciando Dante e il suo "trasumanar", ha per primo fornito importanti considerazioni circa questo tema, riportandole nell'omonima poesia. Proprio ad omaggio del 200esimo di questo capolavoro e dell'universalità del termine, l'infinito è stato tradotto in tutto le lingue del 🌏


Come per l'italiano anche per la maggior parte delle lingue occidentali la riflessione maggiore circa questo termine si ha durante il periodo del Romanticismo:
🇬🇧INFINITY
In Inghilterra poeti come Samuel Taylor Coleridge e William Blake 
🇫🇷INFINI
In Francia, che fu proprio la culla del Romanticismo, troviamo Baudelaire
🇩🇪UNENDLICHKEIT
La Germania è il luogo dove si sviluppò la "sehnsucht", intesa come tensione o anelito verso l'infinito. Qui troviamo figure del calibro di Schelling, Hegel e Mozart

Anche nella cultura orientale, gli ideogrammi ci danno un medesimo risultato:
🇯🇵無限 (mugen).
Mentre in senso più astratto ci sono altri significati come:
(ma) che si ottiene combinando graficamente 門 kado, "porta" (ma anche "camera", "intervallo di spazio e di tempo", "pausa"), e 日 hi, "sole". Visivamente il suo significato richiama l'immagine di una porta aperta attraverso cui filtra la luce solare che suggerisce un mondo espanso all'infinito, visto però attraverso la cornice limitata di un’apertura ordinaria, quotidiana.
Ensō (円相) che ha un significato simile al nostro Uroboro.

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