step#12 Giordano Bruno: De l'infinito, universo e mondi

Monumento a Giordano Bruno che si trova nel luogo del rogo
   De l'infinito, universo e mondi

Il De l'infinito, universo e mondi è il terzo dialogo filosofico-cosmologico che il grande Giordano Bruno stila nel 16°secolo, in pieno Rinascimento. Nell' opera viene stressato il rapporto fra un Dio immanente e un universo infinito da un lato, e la distinzione dei ruoli di teologia e filosofia dall'altro: l'infinito viene inteso come universo infinito, effetto di un Dio infinito, fatto di infiniti mondi, da amare infinitamente.

 Da un punto di vista logico, il filosofo, si schiera contro Aristotele dicendo che, se il luogo è il "limite del corpo contenente", allora il luogo stesso dell'universo sarebbe il nulla, essendo questo contenuto in sé stesso, ma ciò non è possibile; si può così asserire l'infinità del tutto:

"Nel spacio infinito o potrebono essere infiniti mondi simili a questo, o che questo universo stendesse la sua capacità e comprensione di molti corpi, come son questi, nomati astri; ed ancora che (o simili o dissimili che sieno questi mondi) non con minor raggione sarebe bene a l'uno l'essere che a l'altro; perché l'essere de l'altro non ha minor raggione che l'essere de l'uno, e l'essere di molti non minor che de l'uno e l'altro, e l'essere de infiniti che di molti. Là onde, come sarebe male la abolizione ed il non essere di questo mondo, cossì non sarebe buono il non essere de innumerabili altri."


e, da uno teologico:
"Io dico Dio tutto infinito, perché da sé esclude ogni termine ed ogni suo attributo è uno ed infinito; e dico Dio totalmente infinito, perché tutto lui è in tutto il mondo, ed in ciascuna sua parte infinitamente e totalmente: al contrario dell'infinità de l'universo, la quale è totalmente in tutto, e non in queste parti (se pur, referendosi all'infinito, possono esser chiamate parti) che noi possiamo comprendere in quello."






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